Previsioni sull’Andamento dei Tassi di Interesse dei Mutui: Cosa Accadrà nel 2022

L’anno 2021 è stato positivo sia per il settore immobiliare, sia per il settore creditizio, ma quale sarà la previsione per il 2022 per i mutui ed i relativi tessi di interesse? Quale ruolo giocheranno la guerra in Ucraina e la crisi energetica? E quali saranno le ripercussioni sui tassi di interesse dei nostri mutui?

Situazione attuale dell’inflazione

Durante il 2021 si è osservato un costante aumento dell’inflazione, che ha superato le quote toccate durante la crisi del 2008-2009 e raggiunto picchi mai sfiorati dal 1980. Per essere maggiormente specifici, in Italia l’inflazione su base annua Gennaio 2021-Gennaio 2022 ha fatto registrare un aumento del 4,84% (dato preso da inflation.eu) su base media.

La Banca Centrale Europea (BCE) e la Federal Reserve System (FED) si sono espressi in modo univoco su questo aumento, definendolo come temporaneo e frutto degli effetti della pandemia di Covid19 sul mercato. Le conseguenze dell’inflazione sono visibili nella vita di tutti i giorni, si pensi al prezzo dei generi alimentari, o a quello dei carburanti, dove la crescita è stata repentina e facilmente osservabile (Il prezzo medio della benzina super 95 a Gennaio 2021 era 1,465 euro al litro, a Gennaio 2022 1,765 euro/litro).

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Previsioni sull’andamento dei tassi di interesse

Cosa faranno le banche centrali

Mediamente le banche centrali provano a tenere l’inflazione all’incirca sul 2% annuo. Come detto nel paragrafo precedente, si può facilmente notare che attualmente siamo quasi al 5%. Per far fronte a tutto ciò, una mossa probabile ed annunciata, sarà quella di aumentare i tassi di interesse. Questo andrà a ripercuotersi sui tassi dei mutui, nello specifico l’EURIS per i mutui a tasso fisso e l’EURIBOR per quelli a tasso variabile.  Per contro va specificato che i tassi dei mutui attualmente, causa la crisi generata dalla Pandemia e le politiche adottate dal governo, sono ai loro minimi, quindi un loro aumento nel 2022 era già stato previsto ampiamente.

Cosa potrebbe causare la guerra in Ucraina

L’invasione della Russia nei confronti dell’Ucraina ha scatenato le reazioni internazionali, con sanzioni finanziarie da parte degli Stati e interruzione dei servizi forniti alla Russia da parte delle grandi multinazionali. Questa situazione porterà all’aumento repentino delle risorse energetiche (la Russia è uno dei principali esportatori di gas naturale), accrescendo la crisi energetica, già in atto post-pandemia. Questi eventi avranno un effetto booster nei confronti dell’inflazione e del rallentamento della ripresa economica, portando alle conseguenze accennate in precedenza (aumento tassi di interesse).

Vediamo nel dettaglio cosa potrebbe succedere per le due tipologie di mutuo (tasso fisso e variabile).

Mutui a tasso fisso

Coloro che hanno già stipulato un mutuo a tasso fisso, grazie alla tipologia di contratto stipulata, non avranno conseguenza alcuna da inflazione e crisi energetica sul loro tasso di interesse del mutuo. Sono quindi nella condizione migliore possibile e non troveranno condizioni contrattuali più vantaggiose sul mercato. Coloro che abbiano intenzione di sottoscrivere un mutuo a tasso fisso in questi mesi, molto probabilmente il loro tasso fisso sarà maggiore rispetto a quello che potrebbe stipulare in questi giorni.

Mutui a tasso variabile

Le persone che hanno stipulato un mutuo a tasso variabile devono tenere in considerazione l’indice Euribor. Quest’ultimo si attesta nelle ultime settimane ancora ad un valore negativo (-0,5% circa – dato preso da Euribor Rates), quindi gli effettivi rialzi dei mutui a tasso variabile sono ancora limitati e contenuti. Da specificare è il decremento costante della tendenza a stipulare un mutuo a tasso variabile, infatti nel triennio 2018-2020 meno del 5% del totale dei mutui stipulati era a tasso variabile.

I mutui a tasso variabile saranno sicuramente più soggetti a variazioni in caso venga meno la politica di sostegno monetario portata avanti delle Banche Centrali: potenzialmente quindi nel lungo periodo gli interessi sui mutui variabili potranno incrementare in misura maggiore rispetto a quelli sui tassi fissi di nuova stipulazione. I consigli in questo caso si basano sul periodo di tempo residuo del contratto già stipulato:

Nel caso il contratto di mutuo stia volgendo verso la sua fine, il consiglio è di mantenere invariata la situazione, andando ad estinguerlo senza eseguire surroghe (quindi trasferire il mutuo da una banca ad un’altra) o rinegoziazioni (modificare le condizioni del proprio mutuo con la banca attuale con cui si ha il contratto in essere).

Nel caso manchi un lungo periodo, prendete in considerazione eventuale surroghe e/o rinegoziazioni, prevedendo di passare da un mutuo a tasso variabile ad uno a tasso fisso. Questa mossa, seppure nel breve periodo porterà inevitabilmente ad un incremento della rata, sul lungo periodo potrebbe generare un risparmio sulla spesa degli interessi già in pochi mesi nel caso le Banche Centrali aumentino i tassi di interesse per far fronte all’inflazione.

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