Prestiti a Protestati: Ecco Cosa Può Fare per Ottenere Denaro Chi È Stato Protestato

La tematica dei prestiti ai protestati rientra tra le più dibattute in assoluto nel momento in cui si affronta come argomento generale quello dei finanziamenti: a volte, infatti, può verificarsi che il richiedente abbia difficoltà nel saldare le rate del prestito e che rientri nella lista dei protestati o peggio ancora in quella dei cattivi pagatori. Di conseguenza, nel momento in cui colui che è stato catalogato come protestato prova a formulare una nuova richiesta di prestito, anche se presso un altro istituto di credito o una finanziaria diversa, può riscontrare difficoltà nell’accesso alla liquidità extra a cui ambisce.

I controlli si fanno molto più approfonditi, perché chi eroga l’importo in un’unica soluzione sul conto corrente del diretto interessato, intende vederci chiaro e non esporsi al rischio di insolvenza. Pertanto, ancor prima di approfondire le procedure che dovrebbe seguire chi è stato protestato per ottenere denaro sotto forma di finanziamento, è bene vedere quand’è che si rientra nella suddetta categoria.

Lo stato di protestato: quando scatta?

Diventare protestato è molto più semplice di quanto si possa credere: è sufficiente non versare l’importo stabilito nei tempi previsti nel contratto di finanziamento che si rientra automaticamente nel Registro online della suddetta categoria. Questo registro è di pubblico dominio. Tutti possono consultarlo, perché è presente nella Camera di Commercio del comune di residenza del diretto interessato: nel caso degli individui protestati sono indicati nome e cognome, mentre in quello delle aziende la ragione sociale.

Un protestato può ottenere un prestito? Assolutamente sì. Oggigiorno, gli istituti di credito sono meno restrittivi e più flessibili e concedono l’accesso al credito anche ai protestati. Conditio sine qua non, però, è la presenza effettiva di garanzie importanti a livello individuale e presso terzi. Ecco, perciò, cosa deve fare un protestato per ottenere liquidità.

Richiedere la Cessione del quinto

La via più semplice per ottenere un finanziamento se si rientra nella categoria dei protestati è senza ombra di dubbio la Cessione del quinto. In cambio di un quinto dello stipendio o della pensione, tenendo conto però del netto delle entrate, il richiedente può ottenere l’importo desiderato. In genere, la cifra massima a cui è possibile ambire è compresa tra i 30.000 e i 75.000 euro. Il rimborso può avvenire con rate mensili entro un lasso di tempo tra gli 8 e i 10 anni. Chi può accedervi? Solo i dipendenti pubblici, quelli che lavorano presso aziende private (in questo caso i controlli sulla situazione aziendale durano più del dovuto) e pensionati con pensione che, tolto il 20% della rata, abbiano come resto più di 515,07 euro (la minima).

Anche se si è protestati? Certo! La finanziaria o la banca non ha problemi nell’erogare la cifra richiesta, perché sa che il dipendente o il pensionato possono contare su introiti sicuri a fine mese, dati dallo stipendio in busta paga o dalla pensione. Siccome il datore di lavoro e l’ente pensionistico hanno l’obbligo di accettare questo finanziamento, versando in automatico le rate a chi eroga il finanziamento, gli istituti di credito sanno che non si espongono a rischi di insolvenza, perché la trattenuta è automatica. Nel contratto si stipula una polizza assicurativa correlata al rischio vita o a quello di perdita del posto di lavoro e di cassa integrazione. Per i dipendenti statali, per le Forze dell’Ordine, per i docenti e per coloro che lavorano presso i Ministeri vi sono tutta una serie di condizioni agevolate.

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Prestiti a protestati

Richiedere il prestito con delega di pagamento

Altra situazione da valutare per i protestati è la richiesta di un prestito con delega di pagamento. Di cosa si tratta? Della cosiddetta Cessione del doppio quinto. Target di riferimento sono ancora una volta i dipendenti presso imprese pubbliche e private e i pensionati, visto che possono contare su entrate certe. Se si hanno protesti a carico, la formula del prestito con delega di pagamento è un’alternativa perseguibile. Supponiamo che vi siano in corso uno o più finanziamenti non ancora saldati. Con la Cessione del doppio quinto, tutti i debiti contratti vengono accorpati in un’unica maxi rata, pari a 2/5 dello stipendio o della pensione al netto delle entrate.

A fronte di scadenze imminenti, la finanziaria o la banca sono disposti anche a concedere ulteriore liquidità extra, a fronte di un piano di rimborso più lungo in termini di durata e con un TAN fisso e un TAEG maggiori. A differenza della Cessione del quinto, nel caso del prestito con delega di pagamento, il protestato, a prescindere dalla sua posizione, necessita del parere vincolante del datore di lavoro o dell’ente pensionistico. In caso di feedback positivo, valgono tutte le regole viste nella Cessione del quinto: la trattenuta è sempre automatica, onde evitare di incappare in ritardi di pagamento rispetto alle scadenze pattuite all’interno del contratto.

Richiedere il prestito cambializzato

Per ottenere liquidità aggiuntiva nell’immediato, la cambiale è un’altra strada molto conosciuta. I protestati possono accedere ai prestiti cambializzati, considerati finanziamenti nominativi e personali: l’importo da saldare è fisso e messo nero su bianco nella stesura del contratto. A differenza della Cessione del quinto e del prestito con delega di pagamento, le cambiali sono accessibili anche ai protestati che non sono dipendenti pubblici e privati o pensionati, ma anche lavoratori con partita IVA. A volte, l’istituto di credito di turno, prima di erogare la cifra richiesta, può necessitare della firma di un terzo che fungerà da garante a fronte di mancato pagamento del diretto interessato.

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