Investire in Start-Up Innovative: Ecco le Agevolazioni e Detrazioni Previste

Il dilagare di start-up, ovvero di imprese in fase di decollo, ha attirato in tutto il mondo investitori a caccia di buoni profitti. Quelle a carattere innovativo sono, in particolare, le preferite ma la lista è lunga e anche le modalità sono tutt’altro che semplici.

Cosa si intende per start-up Innovative

Innanzitutto, va detto che in linea generale una start up può nascere sottoforma di Srl, Spa, Sapa o Cooperativa. Sono quindi escluse le imprese individuali, le Sas, le Snc e le Ss. Per essere, poi, innovativa una start-up deve essere stata avviata non più di 5 anni fa, avere sede legale in Italia, non è nata per fusione o scissione di altre società, ha nel proprio oggetto sociale lo sviluppo e la ricerca, non ha mai distribuito utili.

investire in start-up innovative
Investire in start-up innovative

Investire in start-up innovative: quali modalità

Per cercare di districarsi in un vespaio di termini tecnici e dettagli da valutare, cominciamo pure a spiegare che sono tre le modalità con cui si può accedere un investimento in una o più start-up. Da qualche tempo, per esempio, ha preso piede il termine business angel, riferito a singoli imprenditori o società qualificate che reputano il core business della start-up promettente e decidono di finanziarne i primi passi.

La tecnica del venture capital prevede, invece, l’ingresso di aziende che finanziano il business delle start-up in cambio di quote del capitale sociale. Il crowd funding (dall’inglese “finanziamento di folla”) consiste nel lanciare l’idea di base di una start-up su piattaforme accessibili da chiunque. Tramite queste piattaforme, piccoli o grandi investitori riceveranno una “ricompensa” in cambio di una quota in denaro.

Le agevolazioni fiscali previste

Le agevolazioni fiscali figurano in cima alla lista dei pro degli investimenti in start-up. Alle persone fisiche che lo scorso anno hanno investito fino a 100.000 euro, quest’anno è riconosciuta una detrazione IRPEF pari al 50% dell’investimento.

Oltre questa soglia, è possibile portare in detrazione l’imposta lorda dell’IRPEF per un valore pari al 30% dell’investimento e per non oltre un milione di euro. Le persone giuridiche possono attingere alla detrazione del 30% dall’imponibile IRES e investire al massimo 1,8 milioni di euro.

Tutte le detrazioni sono esigibili nello stesso anno fiscale in cui avviene l’investimento. La richiesta di detrazione, inoltre, deve essere accompagnata da tre documenti essenziali: un certificato in cui la start-up dichiara di non avere superato 15 milioni di euro di capitale, una ricevuta del versamento effettuato a favore della start-up (è obbligatorio rilasciare la ricevuta entro 60 giorni) e il business plan legato alla start-up.

Sono esclusi dalle agevolazioni fiscali tutti i soggetti (principalmente dipendenti e pensionati) che compilano il modello 730. Sul modulo della Dichiarazione dei Redditi per persone giuridiche, le righe interessate alla detrazione per investimento in start-up sono quelle dall’ RS160 all’ RS162. Nel caso del modello per le persone fisiche, va invece compilato il prospetto contrassegnato dalla sigla RP80.

Fin qui, le agevolazioni per chi investe. Ma misure fiscali e burocratiche sono anche previste per chi crea una start-up. Intanto tutte le nuove società che si iscrivono al Registro delle Imprese sottoforma di Srl sono esentate dal pagamento dei diritti di segreteria e della quota annuale (per un totale di circa 200 euro).

Le start-up innovative, inoltre, possono usufruire degli incentivi sulle assunzioni e firmare contratti a tempo determinato per un minimo di 6 e un massimo di 36 mesi, rinnovabili poi per un ulteriore anno. L’accesso al credito da parte delle start-up è garantito dal Fondo di Garanzia, che “tutela” fino all’80% dei finanziamenti erogati dagli Istituti Creditizi.

Un altro 80% dell’investimento iniziale di start-up innovative è coperto dal programma Start&Smart. Questa quota raggiunge il 90%, in caso di imprese costituite per la maggior parte da donne o giovani. Per le start-up che nascono nel Mezzogiorno, infine, il 30% del Finanziamento è riconosciuto a fondo perduto.

Un’ulteriore opportunità fiscale è quella di poter estendere di un anno il “rinvio a nuovo” delle perdite e consentire una ricapitalizzazione entro la chiusura dell’esercizio successivo. Tutte le start-up costituite sottoforma di Srl hanno ottenuto, poi, di recente la possibilità di utilizzare “formule” previste in origine solo per le Spa, come la creazione di categorie di quote con o senza diritti di voto che non siano proporzionali alla partecipazione economica.

Altri incentivi riguardano il work for equity: per piani di incentivazione che prevedano l’assegnazione di strumenti finanziari a dipendenti, collaboratori, componenti dell’organo amministrativo o prestatori di opere o servizi, è previsto il divieto di operazioni sulle proprie partecipazioni. In ultimo, le start-up sono oggi incentivate a offrire al pubblico quote di partecipazione (crowd funding), agevolando così il reperimento di capitale.

Ulteriori vantaggi dell’investimento in start-up

In tema di innovazione (e quindi di start-up innovative) in Italia la strada sembra ancora lunga e tutta in ascesa: concetti come sharing economy e fintech risultano, infatti, ben meno sviluppati rispetto ad altri Paesi europei che hanno fatto dell’avanguardia la propria bandiera.  Investire, dunque, in questi settori vuol dire colmare in qualche modo un “vuoto tecnologico” e creare nuovi posti di lavoro. In definitiva, dunque, avere un forte impatto positivo sull’economia italiana. La diversificazione degli investimenti, least but not last, e quindi la distribuzione in diversi ambiti, settori, delle proprie finanze consente di ridurre i rischi. Perché non si deve dimenticare che ogni investimento è una sorta di scommessa, che si può vincere o perdere.

Alcuni svantaggi

Gli svantaggi di un investimento in start-up di tipo innovativo sono principalmente due. Il primo è legato ad una mancanza di liquidità, almeno nella fase iniziale. L’investimento diventerà liquido, infatti, solo in caso di offerta pubblica di acquisto o di quotazione in Borsa. Il secondo svantaggio è invece costituito dall’alto fattore rischio di fallimento di start-up innovative soprattutto se operanti in settori ancora poco esplorati. Lo studio di pitch e business plan dovrà essere accurato in modo da cercare di limitare eventuali perdite.

Leave a Reply

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.