Negli ultimi anni il mercato del litio ha registrato una forte espansione. L’ampio utilizzo di questo elemento, in realtà, non rappresenta una novità, considerato il recente dibattito incentrato sulla transizione a forme di trasporto più efficienti sotto il profilo energetico.
Tra gli strumenti che consentono di investire sul litio ci sono gli ETF, dei fondi passivi che replicano l’andamento di un mercato di riferimento. Andiamo ad approfondire in modo dettagliato come investire in ETF sul Litio e quali sono i migliori strumenti su cui investire.
Conviene investire sul litio?
Un numero crescente di investitori ha iniziato a inserire in modo strategico il litio in portafoglio. Questo metallo raro ha registrato una crescita rapida nel corso degli ultimi anni, dovuta al fatto che oggi viene notevolmente sfruttato dall’industria (si pensi per esempio alla produzione delle batterie ricaricabili, necessarie per alimentare smartphone e tablet).
Inoltre, il litio può essere utilizzato anche per lo sviluppo delle batterie legate a veicoli elettrici senza emissione di gas nocivi, quali scooter e auto. Le aspettative di medio termine degli investitori sono pertanto positive. Il litio è una componente ormai indispensabile in un mondo così tecnologico e che punta apertamente al perseguimento di obiettivi legati all’eco-sostenibilità.
Tra i principali produttori internazionali di litio è possibile menzionare alcuni Paesi del continente americano (Canada, USA, Cile, Brasile e Argentina), la Cina, la Russia, il Portogallo e lo Zimbabwe.
Tra i vantaggi più evidenti che possono giustificare l’investimento sul litio c’è naturalmente la possibilità di investire su un settore potenzialmente in crescita. Inoltre, grazie ad uno strumento efficace come gli ETF, è possibile beneficare allo stesso tempo di un’ampia diversificazione settoriale di portafoglio e di un rischio più contenuto (gli ETF, infatti, non si concentrano su un unico strumento, ma comprendono diversi titoli).

Come investire sul litio su Borsa Italiana
Esistono diversi modi per investire nel litio. Si può decidere di investire il denaro per acquistare titoli azionari di aziende che operano nel campo dell’estrazione mineraria e della raffinazione del litio. Un altro modo è quello di comprare ETF sul litio
Gli ETF (il cui acronimo sta per Exchange Traded Funds) sono fondi passivi quotati in borsa il cui obiettivo consiste nel replicare l’andamento di un benchmark (ossia un indice di riferimento). Uno dei grandi vantaggi degli ETF, specialmente se confrontati con i fondi comuni di investimento, risiede nella presenza di commissioni di gestione molto ridotte.
Gli investitori più esperti che sono interessati ad investire sul Litio su Borsa Italiana possono anche optare per il trading online, utilizzando strumenti come i CFD e le scommesse a margine. Per fare trading sul litio in più è possibile anche avvalersi di strumenti a leva come i barrier o i turbo certificates.
Il primo passaggio necessario da compiere prima di investire il proprio denaro consiste nello scegliere un broker sicuro e affidabile, in possesso di licenze e autorizzazioni internazionali (come la CySEC o la Consob). Dopodiché è sufficiente aprire il proprio account ed esercitarsi con la apposita versione demo (se prevista), che permette di fare pratica senza rischiare denaro reale.
Tra le piattaforme online più popolari è possibile citare eToro, XTB, DeGiro, Plus500 e Borsa Virtuale (il simulatore di trading utilizzato su Borsa Italiana). Esistono, inoltre, piattaforme di trading offerte dalle principali banche italiane, come UniCredit e ING.
I migliori ETF sul litio negoziabili su Borsa Italiana
Grazie alle piattaforme abilitate al trading online si può investire su Borsa Italiana in ETF sul Litio in modo pratico e sicuro.
Uno dei migliori tracker sul Litio è L&G Battery Value-Chain UCITS ETF (ISIN: IE00BF0M2Z9), un ETF che mira a replicare la performance del benchmark Solactive Battery Value – Chain Index, un indice che racchiude un un paniere di titoli di aziende appartenenti al settore energetico. Il costo totale annuo è 0,49%.
Un altro strumento interessante è il Global X Lithium & Battery Tech ETF (ISIN: US37954Y8553), un ETF che offre elevata esposizione al mercato del Litio ed è in grado di riprodurre in maniera fedele l’andamento dell’indice Solactive Global Lithium. Le commissioni di gestione complessive, in questo caso, sono più alte e ammontano allo 0,75%.
Il terzo e ultimo tracker che andiamo ad analizzare è Amplify Lithium & Battery Technology ETF (ISIN: US0321088058), un fondo che include nel portafoglio un ampio numero di società che puntano a generare ricavi significativi utilizzando il Litio per la produzione di batterie per i veicoli elettrici. Le commissioni annue di gestione ammontano allo 0,77%.
Come trovare il miglior ETF per investire
Ora che sono stati analizzati i migliori ETF per investire sul litio, è importante andare a chiarire quali sono i criteri essenziali da seguire nella valutazione dello strumento più adatto. Limitarsi all’analisi dei costi rischia di essere limitante, specialmente se si predilige un orizzonte temporale più ampio. Lo stesso vale per chi si fossilizza sui rendimenti e sulle performance passate che, per quanto relativamente indicative, non garantiscono in alcun modo un risultato futuro.
Gli investitori pazienti e capaci di pianificare a lungo termine possono possedere azioni di società forti e consolidate nell’ottica di una strategia di diversificazione del portafoglio. I meno esperti, invece, possono puntare sull’investimento in fondi indicizzati o ETF, per beneficiare di un paniere ampio e diversificato. In questo modo la possibilità di abbracciare un potenziale trend di successo è maggiore, senza trascurare il basso impatto dei costi di questi strumenti.
Investire sul litio rappresenta dunque potenzialmente una scelta di successo, a condizione che si prediliga una strategia orientata al medio lungo termine. Occorre, inoltre, che l’investimento sia adeguato al proprio profilo di rischio e all’orizzonte temporale prefissato.
È infatti notizia degli ultimi mesi che il litio ha sollevato l’attenzione di numerose società europee (perlopiù francesi, tedesche, finlandesi e serbe), il cui interesse principale è legato alla produzione delle batterie ricaricabili e allo sviluppo di riserve proprie del minerale.