Tra le tante alternative per chi cerca soluzioni di investimento per i propri risparmi vanno sicuramente presi in considerazione gli ETF, detti anche fondi a gestione passiva, che permettono di investire praticamente su qualunque tipo di mercato, indice o bene finanziario. Dato il loro costo limitato e la possibilità di impegnare cifre anche assai ridotte, rappresentano di certo un modo semplice per costruire una base di investimento differenziata.
Fondi d’investimento ed ETF
La sigla ETF è l’acronimo di Exchange Traded Fund, che raggruppa una varietà ormai estremamente vasta di una particolare tipologia di fondi d’investimento. I fondi d’investimento classici sono costituiti e gestiti da apposite società di gestione del risparmio (SGR), che all’interno di essi raccolgono il denaro dei risparmiatori e lo gestiscono per puntare sugli andamenti ed i rendimenti di specifici asset finanziari coerenti con il mercato di riferimento dei fondi stessi. Ogni fondo ha un suo obiettivo di riferimento preciso, che può riguardare azioni, obbligazioni, indici, valute, materie prime e qualunque altro bene che sia oggetto di contrattazioni e quotazioni ufficiali sui mercati. Le SGR gestiscono i propri fondi in maniera attiva, cioè studiano lo scenario economico e dei mercati per individuare le scelte di investimento a loro giudizio più adeguate e promettenti, modificandole nel tempo. Le capacità e le scelte dei diversi gestori fanno sì che i rendimenti dei vari fondi possano essere anche molto diversi dall’uno all’altro nel tempo.
Gli ETF sono invece dei fondi d’investimento a gestione passiva, cioè non prevedono strategie di investimento decise sulla base di scelte soggettive e continuative dei gestori. Gli ETF, infatti, sono costruiti per replicare l’andamento sui mercati dello specifico asset finanziario a cui fanno riferimento, e ne seguiranno quindi l’andamento sia in positivo che in negativo, senza che il gestore intervenga con correttivi o diversificazioni soggettive. Sulla carta, quindi, gli ETF sembrerebbero degli strumenti più rigidi, rischiosi e meno redditizi, ma la realtà operativa è assai diversa. Si tratta in realtà di strumenti molto flessibili e quanto mai adatti ad essere inseriti nei portafogli di qualunque tipologia di risparmiatore.

Vantaggi degli ETF
Per prima cosa gli ETF sono molto più numerosi e diversificati rispetto ai fondi d’investimento. Tramite gli ETF è ormai possibile investire praticamente su qualunque tipologia di mercato, anche la più particolare. Gli ETF più tipici sono quelli che hanno come riferimento un indice azionario, come ad esempio il Dow Jones, il Nikkei, il Dax tedesco o il Ftse Mib di Milano, un rapporto di cambio tra valute (ad esempio, euro-dollaro) o il valore di una materia prima (in questo caso vengono definiti più propriamente ETC). Nel tempo però gli ETF hanno ampliato sempre più la loro differenziazione, andando a coprire segmenti di mercato sempre più specifici e particolari. Troviamo così ETF che investono in aree del mondo (Sud-Est asiatico, Africa o addirittura singole nazioni emergenti), in comparti industriali specifici (farmaceutico, energie rinnovabili, internet, trasporti…) o mercati particolari (semiconduttori, terre rare, veicoli elettrici, etc), fino ad arrivare ad ETF che investono in settori o aziende particolarmente promettenti in termini di innovazione, crescita e redditività potenziale.
Tramite gli ETF si può quindi coprire qualunque opportunità di mercato e costruire un portafoglio estremamente differenziato, soluzione sempre consigliabile per limitare i rischi ed ottimizzare il rendimento di quanto investito.
Caratteristica differenziante degli ETF rispetto ai fondi classici è anche che si tratta di strumenti quotati in Borsa e che possono così essere acquistati e venduti durante le sessioni di mercato come un qualunque titolo. Questo permette di avere sempre piena trasparenza ed evidenza continua del loro andamento, ed offre la possibilità di un’operatività più continua e diretta. Per il risparmiatore che lo volesse, egli potrebbe anche gestirli in ottica speculativa con acquisti e vendite frequenti.
Dalla quotazione e negoziazione continua deriva un altro netto vantaggio degli ETF: il loro costo di acquisto e vendita è infatti molto più contenuto rispetto ai fondi d’investimento. Diventa così meno onerosa per il risparmiatore sia la creazione di un portafoglio diversificato e suddiviso in numerosi strumenti che la sua gestione e modifica nel corso del tempo, variando magari la composizione in funzione dell’andamento dei mercati. Il costo ridotto permette inoltre di effettuare investimenti anche per importi molto contenuti e numerosi, facilitando così l’utilizzo degli ETF anche per la costruzione dei cosiddetti PAC, piani di accumulo del capitale a piccole quote e distribuiti nel tempo, ad ulteriore differenziazione del rischio e del rendimento.
Evoluzione degli ETF
Per quanto siano definiti a gestione passiva, gli ETF permettono in realtà una grande flessibilità operativa nell’impiego dei propri risparmi. Nel tempo la loro differenziazione ed estensione si è spinta fino a coprire aspetti sempre più particolari dei mercati finanziari, arrivando a replicare, ad esempio, indici non azionari estremamente tecnici come il VIX (il famoso indice di volatilità) o gli altrettanto conosciuti spread tra diversi titoli di Stato. Oltre a poter intervenire facilmente, rapidamente e frequentemente sulla differenziazione dei propri investimenti, quindi, gli ETF sono diventati strumenti finanziari in grado di coprire qualunque esigenza e modalità di investimento, da quella personale ed autoregolata del singolo risparmiatore a quella del trader professionista o del gestore di portafogli per svariati clienti.