Catanzaro – Monumento a Francesco Stocco

Il monumento celebrativo di Francesco Stocco, fervente patriota e fedelissimo del generale Garibaldi con il quale, imbarcatosi a Quarto, combattè a Calatafimi e poi in Calabria, sorge nel centro storico cittadino.

Fu commissionato dall’ Amministrazione Provinciale di Catanzaro allo scultore calabrese Giuseppe Scerbo ( 1844 – 1908) di formazione napoletana, autore di numerosi monumenti di analogo soggetto (Acri – Monumento a Battista Falcone) e di opere di soggetto religioso.

Francesco Stocco è raffigurato in abito borghese, col cappello a cencio ad alta cupola e a larghe tese, gli stivali alla scudiera, in atteggiamento quasi di sfida; unico rimando al suo ruolo di condottiero la sciabola. La figura dell’eroe risulta saldamente impostata nello spazio cui lo studiato contrapposto del braccio sinistro, che avvicina al petto il pugno chiuso nell’atto di stracciare un documento, e il volgere del capo dallo sguardo intenso e quasi intento a scrutare il futuro, suggerisce un movimento ricco di carica espressiva. Si tratta, probabilmente, del riferimento all’episodio che lo vide con decisione, al momento della partenza da Quarto con Garibaldi, stracciare il foglio con il quale si avvertiva il Generale che l’insurrezione in Sicilia era domata e solo Marsala resisteva, per rompere ogni indugio alla spedizione che avrebbe condotto i Mille nell’isola.

La scultura poggia su un elegante ed alto basamento modanato e di gusto neoclassico nel quale, in basso, è inserita l’epigrafe dedicatoria.

L’opera, scolpita in marmo bianco di Carrara, denuncia un linguaggio fortemente influenzato dalla retorica risorgimentale  che impronta i numerosi monumenti celebrativi realizzati in Calabria all’indomani dell’Unità, a testimonianza del ruolo non secondario svolto dalla regione nel processo di unificazione del Paese.

STATO DI CONSERVAZIONE E INTERVENTO DI RESTAURO

Il Monumento a Francesco Stocco, oggi sito nell’omonima piazzetta, era originariamente collocato in Piazza Indipendenza e, intorno agli anni ’60 del secolo scorso venne trasferito, non senza polemiche, nella sua attuale collocazione.

Tale operazione ha indubbiamente influito sullo stato di conservazione dell’opera, oggi fortemente soggetta ad un inquinamento di gas di scarico provenienti dalla circolazione viaria.

Si osservano, infatti, su tutta la superficie, ma in particolare in alcune zone del manufatto, spesse concrezioni di depositi superficiali ed attacchi bioterogeni che, dopo l’effettuazione della prevista campagna di analisi microbiologiche e stratigrafiche, andranno rimosse con l’uso di sostanze chimiche e biocidi inibenti.

La medesima situazione conservativa interessa l’alto ed elegante basamento neoclassico, soprattutto nelle zone più riparate dall’azione dilavante delle acque piovane. Si richiede a tale scopo una mappatura del deterioramento dei materiali onde procedere ad un mirato consolidamento delle superfici decoese.

Il progetto ha previsto, quindi, la pulitura delle superfici lapidee ed un intervento di protezione mediante stesura di idrofobizzanti sull’intero manufatto.

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