Calcolo degli Interessi del Mutuo: Le Differenze tra Tasso Fisso e Variabile

Quando si è alla ricerca di un mutuo si potrebbe essere parecchio in difficoltà su una questione di fondamentale interesse che tutte le banche propongono: tasso fisso oppure tasso variabile? Nel nostro articolo andremo a chiarire le caratteristiche di ognuno, e di conseguenza le differenze che intercorrono tra uno e l’altro, in modo tale da permetterti di fare una scelta corretta in base alle tue esigenze. Continua nella lettura.

Come scegliere tra tasso fisso e tasso variabile?

Per molti, specialmente se si è alle prese con il proprio primo mutuo, la scelta potrebbe essere parecchio ardua. La scelta, però, deve derivare dalle proprie esigenze, ma anche dalla convenienza di ciascuno. È molto interessante anche dire che, per ogni tipologia di tasso, possono esistere delle soluzioni intermedie che vengono offerte dai vari istituti bancari. Un esempio è sicuramente il tasso variabile concordato, che sostanzialmente ha un limite oltre il quale non potrà salire, in modo tale da tutelare al meglio i clienti qualora il mercato dovesse incrementare notevolmente quest’ultimo.

Le caratteristiche del tasso fisso

Il tasso fisso ha una caratteristica fondamentale: il valore della rata non aumenterà né diminuirà nel corso degli anni del piano di ammortamento. Il tasso fisso, infatti, si concorda quando si inizia il mutuo e sarà lo stesso per tutto il tempo in cui si restituirà il denaro. Ciò garantisce una certa sicurezza, poiché si sa esattamente quanto si spenderà, tuttavia potrebbe essere poco vantaggioso nel caso in cui le direttive riguardanti il tasso della Banca Centrale Europea dovessero indicare un valore inferiore a quello previsto dal proprio contratto. In tal caso, qualsiasi sia l’andamento del mercato sotto questo punto di vista, non si avrà alcun vantaggio tantomeno alcuna sorpresa negativa.

Per quanto riguarda il tasso fisso, il calcolo di esso non è affatto complesso: ciò che sarà da fare non è altro che la somma tra l’indice di riferimento del momento e lo spread. La formula matematica per calcolare gli interessi è la seguente: (capitale finanziato x tasso di interesse fisso):100.

calcolo interessi mutuo
Calcolo interessi mutuo

Le caratteristiche del tasso variabile

Quando si parla di tasso variabile ci si riferisce ad un interesse che non sarà mai costante nel corso degli anni del piano di rientro del debito. Sostanzialmente, al contrario di quello che molti pensano, il tasso di interesse deriva in maniera proporzionale dalle banche di riferimento del paese, per cui, nel nostro caso, dalla Banca Centrale Europea. Gli istituti bancari mantengono una certa autonomia sotto questo punto di vista, ma non possono mai scostarsi troppo dalle direttive.

Il tasso, infatti, può variare in base agli andamenti del mercato, talvolta anche per poter incentivare l’acquisto di unità immobiliari, specialmente da parte dei giovani. È sicuramente il caso degli ultimi tempi, in cui il mercato immobiliare pareva essere abbastanza fermo e in progressiva discesa a causa dei tassi troppo elevati, per cui si è pensato di offrire degli interessi del tutto agevolati ai giovani alle prese con l’acquisto della loro prima casa. Questa misura pare funzionare alla grande, tanto da prevedere una ripresa del mercato immobiliare nei prossimi anni.

È proprio questo l’esempio più lampante del tasso variabile: quando il mercato è abbastanza stabile, questo potrebbe incrementare, andando a rendere più cospicua la rata. Al contrario, qualora dovesse diminuire, la rata da pagare sarebbe di minore entità.

Nel caso del tasso variabile rientra invece la somma sempre dello spread, ma con il tasso Euribor, il quale viene molto spesso sostituito con il tasso della BCE, ovvero quello di cui abbiamo precedentemente parlato, che è sostanzialmente definito dalla Banca Centrale Europea in base all’andamento del mercato. Lo spread è definito invece dalla banca. La formula matematica per calcolare gli interessi è la seguente: (capitale finanziato x tasso di interesse variabile):100.

Conviene di più il tasso fisso oppure quello variabile?

In questo caso non si può affatto rispondere in maniera generale. È fondamentale dire che, prima di scegliere tra tasso fisso e variabile occorre analizzare attentamente tutte le offerte che vengono fatte dagli istituti bancari. Qualora, dopo l’analisi, fossero tutte più o meno sullo stesso piano, si potrà iniziare a pensare quale soluzione adottare. Bisogna quindi valutare le proprie esigenze, le disponibilità economiche ma anche la durata complessiva del mutuo. Per i mutui brevi, un tasso variabile potrebbe essere un’ottima scelta, proprio perché anche nel caso in cui il tasso aumentasse negli ultimi tempi, ciò sarà del tutto ammortizzato nelle prime rate. Al contrario, nei mutui più lunghi dai 15 anni in su, un tasso fisso potrebbe garantire al cliente una certa sicurezza, in quanto ci sarà una perfetta conoscenza di ciò che si dovrà versare alla banca per tutta la durata del prestito.

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