Per alcune aziende, il buy back, altro nome per indicare il riacquisto di azioni proprie, è lo strumento migliore per aumentare il valore delle azioni e quindi la gratificazione degli azionisti, contro la politica tradizionale del pagamento dei dividendi. Gli effetti sul mercato sono positivi, in quanto, aumentando la domanda, si incrementano le quotazioni e si rafforza il titolo.
Questa pratica finanziaria spopola da anni negli Stati Uniti, dove rappresenta uno dei principali fattori favorenti la crescita dei profitti delle aziende. Un esempio su tutti è il colosso tecnologico Apple, che grazie anche ad una politica di vigoroso riacquisto di azioni proprie è stata la prima società a superare i 3 mila miliardi di dollari di capitalizzazione alla Borsa di Wall Street.
In questo articolo affronteremo le numerose tematiche riguardanti il buy back delle azioni, soffermandoci in particolare su cos’è, come funziona e quali sono i principali vantaggi e rischi.
Cos’è il buy back
Il buy back è un’operazione finanziaria tradizionalmente associata alle aziende Usa che prevede il riacquisto delle proprie azioni da parte della compagnia che le ha emesse per ridurne il numero presente sul mercato.
Questa strategia finanziaria ha come effetto immediato l’aumento del prezzo delle azioni e anche della loro redditività. Infatti, dato che una società non può essere azionista di sé stessa, i titoli riacquistati vengono riassorbiti e poi cancellati. Essendoci meno azioni sul mercato, il loro valore finisce così per aumentare, dando a ciascun investitore il diritto al possesso di una porzione più grande dell’azienda.
Le azioni comprate possono essere conservate nella tesoreria della società, in modo da poterle vendere in caso vi sia bisogno di liquidità, oppure annullate.

Come funziona
Quando il management di un’azienda desidera comprare solo una piccola quota delle azioni in circolazione, esso di solito le acquista direttamente sul mercato attuando il cosiddetto open market repurchase, come farebbe qualunque individuo che volesse investire in un titolo. Con questo metodo, le società acquistano le azioni in Borsa ai prezzi correnti, determinati dall’incontro tra la domanda e l’offerta. Va fatto notare che la mancanza di un impegno in termini di tempo o esecuzione del piano di riacquisto invia un segnale debole circa le prospettive future dell’impresa.
Un altro metodo con cui il buy back può essere realizzato è il c.d. dutch auction, in cui l’azienda annuncia agli azionisti il numero di azioni, la durata dell’offerta e il range di prezzo a cui intende effettuare il riacquisto.
A volte l’impresa lancia un’OPA (Offerta Pubblica di Acquisto), chiamata anche repurchase tender offer, oppure acquista azioni da uno o più azionisti rilevanti, negoziando il prezzo direttamente con loro (targeted repurchase).
Esempio di buy back
Immaginiamo che un’azienda X generi 1.000.000 € di utili e possieda 500.000 titoli. Il rapporto utile per azione (EPS) sarebbe pari a 2 € (1.000.000 diviso 500.000). Se la società decidesse di procedere con un’operazione di Buy Back riacquistando sul mercato il 10% delle azioni proprie, ovvero 50.000 azioni, quelle circolanti si ridurrebbero a 450.000 e il rapporto EPS salirebbe a 2,22 € (1.000.000 diviso 450.000), anche se i profitti generati restano invariati.
Vantaggi e rischi
Uno dei motivi per cui, negli Usa, il buy back ha riscosso tanto successo è che si tratta del metodo più veloce per creare valore. Infatti, più un’azienda compra titoli, più il loro prezzo sale e con esso l’utile per azione. In più, contribuendo ad aumentare la domanda, si incrementano le quotazioni e si rafforza il titolo.
Un altro vantaggio molto importante del buy back è quello di aiutare, nei periodi di volatilità dei mercati come quello attuale, a stabilizzare il prezzo delle azioni in Borsa.
Per le società che decidono di ricomprare le azioni proprie c’è un ulteriore vantaggio: quello di inviare al mercato un segnale di fiducia circa le proprie aspettative per il futuro.
Ma attenzione, sebbene i piani di buy back possano, a prima vista, sembrare senza rischi, riacquistare le proprie azioni conviene solo quando il prezzo di mercato dei titoli è inferiore al loro valore intrinseco. Diversamente l’azionista assisterà ad una diminuzione del valore della propria quota di partecipazione nella compagnia. Inoltre il prezzo delle azioni non può essere sostenuto solo da operazioni di buy back, ma deve crescere anche per altri motivi, primo fra tutti l’aumento dell’utile complessivo.
Quando e perché può essere uno strumento utile
Il buy back è un’operazione che può essere messa in atto dal management di una società per diversi fini. Il primo è quello di utilizzare la liquidità in eccesso (Free Cash Flow) per evitare che venga usata in modo opportunistico o poco prudente dai manager.
Il riacquisto delle azioni proprie si rivela uno strumento utile anche nei momenti di alta volatilità in quanto permette di sostenere il prezzo delle azioni in sofferenza.
Inoltre, un’impresa può ricorrere al buy back quando ritiene che le proprie azioni siano sottovalutate e intende riportarle a un livello di prezzo allineato con le proprie valutazioni. Ciò di solito avviene perché gli amministratori hanno determinate aspettative sugli utili futuri che non sono invece condivise dal mercato e vogliono mandare segnali di ottimismo circa le prospettive future dell’azienda. Vi sono inoltre una serie di altre possibili ragioni che spingono una compagnia a ricorrere al buy back. Tra queste segnaliamo il reperimento delle azioni da consegnare ai manager nell’ambito di un piano di stock option, la volontà di ostacolare l’ingresso nell’azionariato di soci non graditi, la riduzione della dimensione del capitale e il miglioramento degli indici finanziari dell’impresa.